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Alessandra Calò: Kochan

Siamo sul calare dell’800, dietro di noi soltanto le colonne di fumo nero delle grosse ciminiere navali e le giornate di viaggio in mare, di fronte a noi invece le coste di un’isola ancora intoccata, racchiusa tra il rosso delle metrosideros e il verde delle palme e delle mangrovie. Colori ed odori mai visti prima, ancora vergini di civiltà e scoperta, tutto è curiosità e novità, come in una storia di Corto Maltese.
E’ da questa prospettiva che comincia il lavoro di Alessandra Calò nel suo progetto denominato “Kochan”.


Riprendendo il coraggio di un esploratore del passato determinato ad affrontare l’ignoto di terre inviolate, l’artista propone un nuovo tipo di viaggio, forse ancora più complesso ed interminabile: quello all’interno del proprio corpo e della consapevolezza di sè.


E’ così che le mappe diventano sfondo di una nuova scoperta, non fatta di fiumi e montagne ma di sguardi, sfumature e volti. La natura si fonde all’umano, ma il risultato di questa unione è solo dubbio e mai certezza, all’interno del quale tutto può e deve essere messo in discussione, tra confini che diventano sbiaditi ed orizzonti sempre più incerti.


Come il terreno fisico è soggetto a cambiamenti, così lo sono anche i nostri atteggiamenti e le nostre abitudini ed il tipo di rapporto che sviluppiamo, un passo alla volta, con noi stessi.
Di fronte allo sbigottimento di questa consapevolezza non possiamo che armarci dello stesso coraggio dell’esploratore ed affrontare la vita ed il nostro corpo per quello che è: un continuo viaggio dentro noi stessi all’interno di luoghi e prospettive inesplorate e mai toccate prima.

Partendo quindi da documenti d’archivio messi online dalla New York Public Library, Alessandra Calò propone una serie di foto in cui le mappe, con tanto di scritte e tracce, si fondono agli autoscatti, creando una suggestiva unione che collega documenti storici e riflessione personale.


E’ proprio questo strano binomio il filo che lega tutti i lavori dell’artista, che fonda le sue opere su un particolare tipo di riappropriazione: il recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio attraverso i quali la fotografa non intende attuare una rievocazione nostalgica del passato ma proporre una nuova visione della realtà.

Le opere di Calò fanno parte di importanti collezioni, e vengono esposte in prestigiose mostre e festival internazionali: Giornata del Contemporaneo (AMACI), Festival della Filosofia (Modena), Circulation(s) Festival de la jeune photographie européenne (Parigi), Les rencontres (Arles), Fotografia Europea (Reggio Emilia), Open House (Roma).
Nel corso degli anni si è specializzata in antiche tecniche di stampa fotografica con le quali realizza opere, installazioni e libri d’artista.

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