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Gabriele Gentile: De Sidera

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di cosa significhi presente. Apprezzare il passato, al contrario, è una questione che risulta più complessa. Se è vero che possiamo immaginarlo, se è vero che la fotografia ci aiuta a ricostruirlo, è altrettanto sicuro che non c’è un vero e proprio metodo per cui i nostri occhi possono vedere ciò che è accaduto anche solo un secondo fa. La macchina del tempo non è stata ancora inventata. Eppure, esistono istanze particolari. Un esempio calzante, seppur infelice: guardando le macerie provocate dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, i nostri sensi possono intuire la trama di un passato spezzato dal suo normale mutare in presente.

Gabriele Gentile ci propone il suo progetto De Sidera, una serie fotografica che esplora esattamente il concetto di asincronia visiva. “Ci sono alcuni luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, e in quei luoghi il potere della fotografia di fermare il tempo diventa magia.
Quei luoghi sono antiche ville e palazzi, imponenti castelli, sfarzosi teatri ed alberghi di lusso, angoscianti manicomi e giganti dell’archeologia industriale, tutti accomunati dall’essere abbandonati e dal conservare intatto il loro fascino, quello di una bellezza decadente.”

E’ interessante notare come l’imprescindibile artificialità delle strutture architettoniche sia una componente essenziale di queste fotografie. Più le osserviamo, più ci rendiamo conto che gli effetti del tempo sulla realtà sono molto più evidenti quando c’è di mezzo la mano dell’uomo. Se ogni cosa è destinata a rompersi, se ogni vivente a morire, il processo subisce un’accelerazione quando il potere della fotografia ce ne ricorda l’inevitabilità. Ma se da un lato l’ignoto ci spaventa, dall’altro non può che diffondere una bellezza unica nel suo genere. E’ di questa bellezza che, come Gentile ci racconta, De Sidera si nutre: “Mi sono messo in caccia di questi luoghi da ormai cinque anni, girando l’Italia da Nord a Sud per cercare questa bellezza, per sentirmi parte di essa e infine per poterla testimoniare con le mie fotografie. Sveglie nel pieno della notte, chilometri d’Italia tra autostrade deserte e fatiscenti vie di anonimi paesi, boschi intricati e giardini ormai selvaggi da attraversare, cantine buie in cui strisciare, ma quando sei dentro la fatica svanisce: alzi gli occhi e quella bellezza, illuminata dalle prime luci dell’alba, ti avvolge e ti pervade, insieme al sapore di polvere e di muri scrostati, con quel sottofondo di silenzio che diventa quasi una conquista e ti fa capire che ora siete solo tu e lei, la grande bellezza abbandonata.
Gli orologi si sono fermati e il tempo aspetta fuori.”

Gabriele Gentile nasce a Parma nel 1986 e il suo pseudonimo artistico -Vetroviola- rispecchia i caratteri primari della sua fotografia: una fotografia essenziale, così trasparente da diventare fragile, con accenni di calore e punte di freddezza che solamente nel colore viola si possono ritrovare fuse insieme.
Dopo un percorso di studi in ambito classico ed umanistico si avvicina alla fotografia intuendone il potenziale primo; fissare un istante, fermare il tempo. Inizia così a fotografare in digitale dal 2016, prediligendo scatti che escludono le persone, i volti, per lasciare spazio principalmente all’architettura, alla geometria delle linee e del colore, allo spazio -urbano in primis- inteso come negativo, spaziando dall’esplorare le architetture e gli interni del passato all’immortalare le costruzioni moderne più avveniristiche. 
Dal passato al futuro, per capire e testimoniare il presente.

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